Servizi e collaborazione tra pubblico e privato: una strategia resiliente per l’attrattività del nostro territorio
Il fenomeno dello spopolamento che sta colpendo il nostro territorio è una sfida sempre più pressante, con un numero crescente di persone, giovani e meno giovani, che si trasferiscono verso i grandi centri in cerca di nuove opportunità professionali e servizi avanzati. L’indubbia bellezza offerta dal territorio che ci circonda rischia pertanto di essere oscurata dalle difficoltà generata dalla mancanza, dall’insufficienza e dalla difficoltà di raggiungere i servizi offerti alla popolazione. Questi servizi, che abbracciano quelli alla persona, quelli culturali e quelli ricreativi, non solo migliorano la qualità della vita dei residenti, facilitando al contempo la conciliazione vita-lavoro-famiglia, ma giocano un ruolo cruciale nell’attirare nuovi abitanti e contrastare il declino demografico. I servizi alla persona, come servizi alla famiglia, socio-assistenziali, educativi, costituiscono il fondamento per la qualità della vita nelle comunità rurali, rendendo queste aree più attraenti per giovani, lavoratori e famiglie. Allo stesso tempo, attività culturali e ricreative sono essenziali per lo sviluppo di una coesione sociale e del senso di appartenenza, contribuendo così a preservare l’identità culturale, storica e valoriale delle nostre comunità.
Favorire la conciliazione vita-lavoro-famiglia: una sfida per tutte le età
Negli ultimi anni, uno dei temi predominanti nei servizi alla popolazione è stato senza dubbio la conciliazione tra vita, lavoro e famiglia. Quando ci si riferisce a questa conciliabilità, si parla di un insieme di azioni sistemiche mirate a bilanciare le responsabilità professionali con le esigenze personali e familiari, all’interno di un contesto lavorativo e organizzativo. Questa sfida è diventata sempre più evidente, soprattutto nei nostri territori, a causa delle difficoltà nel fornire servizi efficienti, efficaci e sostenibili.
Secondo una statistica regionale, nel territorio del GAL Prealpi e Dolomiti, il tempo medio di percorrenza dai centri dei comuni alle infrastrutture più vicine è di circa un’ora, in netto contrasto con i 40 minuti di media nella regione Veneto. Questo dato assume particolare rilevanza considerando non solo l’accessibilità al luogo di lavoro ma anche la diminuzione dei servizi commerciali di prossimità nei piccoli centri, spesso con orari non favorevoli alla conciliazione tra vita e lavoro.
A complicare la situazione, si aggiunge una criticità significativa legato ai servizi all’infanzia, essenziali per le famiglie con entrambi i genitori occupati. Tuttavia, l’offerta di posti negli asili è inferiore alla media regionale, con soli 23,4 posti ogni 100 bambini.
Nel 2018, per affrontare questa questione, il Consorzio BIM Piave e altri sette partner hanno presentato il progetto “Family Audit, un cambiamento culturale per il territorio bellunese” alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo progetto ha promosso la diffusione della certificazione Family Audit, uno strumento manageriale volto a bilanciare le esigenze dei lavoratori con gli interessi dell’organizzazione, attraverso un percorso di responsabilità condivisa. Sebbene il progetto sia giunto a termine nel 2023, i partner hanno espresso l’intenzione di trasformarlo in una politica permanente per il territorio.
Infine, parlando di servizi, emerge un dato interessante riguardante il patrimonio immobiliare inutilizzato nel territorio del GAL, che rappresenta uno spazio potenziale da rigenerare e recuperare. Nel GAL sono presenti 106 strutture non utilizzate di proprietà delle amministrazioni pubbliche, di cui 58 sono di proprietà degli enti comunali, offrendo un’opportunità per progetti volti a promuovere l’inclusione sociale e migliorare gli spazi di vita.
Pubblico e privato: risorse e opportunità
Per affrontare le sfide precedentemente menzionate, è imperativo che il territorio si prepari a rispondere in modo proattivo, sfruttando appieno le proprie risorse e adottando un approccio collaborativo che coinvolga tutti gli attori locali.
Una significativa opportunità si profila con il nuovo Piano di Riordino territoriale della Regione Veneto, che assegna un ruolo centrale ai due Ambiti Territoriali Sociali operanti nel territorio del GAL Prealpi e Dolomiti. Questo scenario offre la possibilità di gestire in modo oculato e coordinato le funzioni sociali e i servizi di base in una prospettiva di area più ampia.
Inoltre, il ricco tessuto delle organizzazioni non profit presenti nel territorio costituisce un’altra opportunità da considerare. Alla fine del 2023, nella Provincia di Belluno, sono registrati circa 550 Enti di Terzo Settore presso il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), e 400 di essi hanno sede nel territorio del GAL Prealpi e Dolomiti. Queste organizzazioni rappresentano una risorsa significativa, sia per la loro radicata presenza nel territorio, nella storia e nella cultura, sia come punti di riferimento per la comunità, specialmente per le esigenze che non trovano risposte nel panorama governativo e di mercato. Contribuiscono inoltre al potenziamento delle reti sociali e di prossimità nel territorio.
Infine, un’opportunità aggiuntiva ci viene offerta dal contesto giuridico e normativo nazionale. L’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, in tema di amministrazione condivisa, ha svolto un ruolo determinante nel modificare la natura delle relazioni tra enti pubblici e Terzo Settore. Questi attori non sono più visti come soggetti in competizione – la pubblica amministrazione che cerca di ottenere prestazioni al miglior prezzo e il Terzo Settore che cerca di offrirle – bensì come alleati nella ricerca di soluzioni per garantire diritti e rispondere alle necessità dei cittadini. Questa sfida è fondamentale, resa necessaria dal contesto che richiede sempre più forme di collaborazione per fornire risposte integrate a bisogni sempre più complessi.
Il sostegno del GAL per potenziare i servizi ai territori
Il prossimo Piano di Sviluppo Locale proposto dal GAL Prealpi e Dolomiti costituisce un’opportunità senza precedenti per affrontare le sfide attuali, offrendo un sostegno essenziale alla pubblica amministrazione, alle associazioni non profit e alle fondazioni nell’attivazione e potenziamento dei servizi di base a livello locale. Tale sostegno si tradurrà in risorse che copriranno il 100% della spesa ammissibile, mirando a supportare questi soggetti negli investimenti volti al rafforzamento e attivazione dei servizi di base per la popolazione.
Gli investimenti dovranno essere indirizzati all’attivazione e/o all’implementazione di servizi di base a livello locale, compresi quelli destinati ai servizi alla persona, alle attività culturali e ricreative, nonché alle relative strutture/infrastrutture. Ciò potrà avvenire anche mediante la riqualificazione e la valorizzazione del patrimonio insediativo. Le tipologie di investimenti potranno riguardare interventi su immobili, l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature, nonché la creazione, l’acquisizione e la realizzazione di strumenti informativi, come programmi informatici e relative applicazioni, siti e portali web.
Per la categoria specifica di beneficiari appartenenti agli Enti pubblici, è inoltre prevista la possibilità di sostenere parte delle spese relative al personale specificamente impiegato nell’erogazione dei servizi attivati e/o implementati.
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