Scenari mozzafiato, piatti tipici e un chioschetto: l’estate “Covid free” di Malga Col Toront

Forse non è necessario passare a miglior vita per ammirare il paradiso. In fondo, basta raggiungere quota 1.400 metri, immergersi nel cuore pulsante del Nevegal. E lanciare lo sguardo oltre l’infinito. Perché lo scenario è mozzafiato. O, per l’appunto, paradisiaco. E lo è soprattutto da un punto. Più precisamente, un punto di ristoro: Malga Col Toront, dove ci si può riempire gli occhi con uno dei più maestosi paesaggi della Valbelluna.

«Siamo reduci da una stagione estiva molto buona – argomenta il titolare Francesco Boschetti -. In questo senso, siamo stati agevolati dal meteo. Molta gente arrivava quasi casualmente da noi. Per evitare le località più conosciute, e di conseguenza il traffico, in tanti hanno raggiunto il Nevegal: un luogo di cui ignoravano addirittura l’esistenza. E, quindi, una bella scoperta». Soprattutto nell’estate post pandemia: «Questo però ci deve far riflettere su un aspetto. Il nostro territorio è ricco di meraviglie: se venissero portate alla luce e fatte conoscere attraverso un’adeguata promozione turistica, allora i turisti arriverebbero davvero in gran numero».

Per Malga Toront, rispettare le misure anti-Covid non si è rivelato affatto un problema. Al contrario: «Sapete quanti pasti sono stati consumati all’interno del rifugio? Neppure uno. Tutti hanno sempre mangiato fuori, all’aria aperta. Anche perché possiamo sfruttare un’ampia terrazza esterna». L’attività proseguirà fino al 15 ottobre: «Nei periodi di maggior afflusso lavorano dalle 8 alle 12 persone. La nostra proposta? Per quanto riguarda il cibo, i piatti sono quelli tipici della montagna. In più, per velocizzare le operazioni e non far attendere troppo le persone, abbiamo aperto un chiosco con dei panini. E la risposta si è rivelata sorprendente».

Era l’estate della montagna? E anche di Malga Toront: «La gente ha riscoperto il piacere di stare in mezzo alla natura».