«Quel che produco cresce i miei figli»: l’Antica Pieve e il piacere di mangiare sano
Cucina casalinga, arricchita da piatti della tradizione e prodotti a chilometro zero. Stanze accoglienti. E tanto spazio verde. Un posto ideale in cui trascorrere qualche ora nell’estate del Coronavirus? In effetti sì. E quel posto è a Pieve di Limana. Dove un’antica dimora ha assunto le sembianze di un agriturismo: l’Agriturismo Antica Pieve. Gestito dalla famiglia Girardi, segue un motto ben preciso: «Quel che produco cresce i miei figli». Ecco perché, ogni piatto, ogni prodotto, ogni più piccola sfumatura è curata nel dettaglio. Con l’attenzione e l’amore dei padri di famiglia. Come Gian Luca, il cuoco contadino. Che ha tracciato un solco, lungo il quale ora procede pure il figlio Aaron: «Stiamo tornando lentamente alla normalità – racconta proprio il giovane Aaron -. Oltre ai clienti abituali, la collettività ha riscoperto le piccole realtà, come la nostra. E il piacere di mangiare sano. L’auspicio è che il trend si prolunghi nel tempo e non sia solo un lampo nel cielo». La proposta culinaria segue il corso delle stagioni: «In questo senso, lavoriamo parecchio con le verdure e le carni dei nostri allevamenti».
L’estate non è ancor andata in archivio, ma è già possibile tracciare un bilancio: «Abbiamo sfruttato il più possibile lo spazio esterno, sotto il portico e un piccolo capannone. Grazie alle temperature elevate, la gestione è meno difficoltosa. Così come è meno problematico mantenere le distanze. La vera sfida sarà in autunno, quando dovremo adoperarci in ogni modo per rendere sostenibile l’attività».
Nel momento in cui osserva l’orizzonte, Aaron Girardi dimostra saggezza. E pragmatismo: «Non guardo troppo oltre, perché in un attimo può cambiare tutto. Una grandinata, un temporale, un periodo di siccità, addirittura lo scoppio di una pandemia: basta poco vanificare mesi e mesi di lavoro. E allora, tanto vale vive alla giornata. Senza perdere mai la speranza».