Orto Alpino: ospitalità e ristorazione secondo i bioritmi naturali

Più che una struttura, è uno stile di vita. Perché l’energia elettrica, i detersivi e, in generale, tutto ciò che è chimico viene usato lo stretto necessario. Il bucato si asciuga al sole, dopo il lavaggio con la liscivia di cenere. L’acqua calda è fornita dai pannelli solari e quella non potabile è recuperata dal tetto, mentre gli animali sono liberi di pascolare. E la produzione estiva in eccesso non viene gettata via, ma recuperata in inverno.

Ebbene, questa struttura sorge a Confos di Trichiana (comune di Borgo Valbelluna). E segue i bioritmi naturali: si chiama Orto Alpino, è gestita da Michele Dassiè. E non è facilmente catalogabile: agriturismo, fattoria, bed and breakfast, azienda agricola, teatro di eventi culturali. Un po’ di tutto. Anzi, molto di tutto.

«Per far fronte ai posti in meno in sala – afferma il “padrone di casa” – abbiamo attrezzato la parte esterna. Siamo ripartiti bene con la ristorazione e ancor meglio con i pernottamenti. In un’estate in cui le città d’arte erano poco gettonate, i turisti hanno sposato la campagna. E un tipo di vacanza più a contatto con la natura. Come quello che proponiamo noi».

Il sistema legato alle prenotazioni ha funzionato: «A tal punto che lo manterremo anche quando rientrerà l’emergenza sanitaria, in quanto dà la possibilità di organizzare le tavole in modo appropriato. E di programmare adeguatamente la cucina». A proposito di cucina, in ogni piatto risaltano i gusti “made in Confos”: «Tutto segue la stagionalità ed è di nostra produzione, pure la carne. Per alcuni prodotti, come lo speck, abbiamo intrecciato alleanze con realtà della parte alta della provincia».

Guardando al domani, Dassiè cita Eraclito: «Panta rei. Tutto scorre. E nulla tornerà come prima. Noi, però, possiamo fare affidamento su clienti selezionati: chi viene a trovarci, lo fa volontariamente. Non lavoriamo con gente di passaggio: Orto Alpino è una scelta». E uno stile di vita.