L’estate italiana al Camping Sarathei: «Presenze autoctone aumentate del 25 per cento»
È adatto a ospitare famiglie con bambini. Ma anche escursionisti e, in generale, amanti delle passeggiate in montagna. Senza considerare coloro che adorano la buona cucina. E gli sport acquatici. Possibile che esista un luogo capace di abbracciare un simile ventaglio di opportunità? Certo che è possibile. Basta recarsi sulle sponde del lago di Santa Croce, dove è attivo un campeggio conosciuto e apprezzato anche all’estero: il Camping Sarathei. «Dopo attente riflessioni – racconta Marina Antoniazzi – il 22 giugno siamo riusciti a ripartire. Con parecchi timori e altrettanti sacrifici. Gli stranieri, almeno all’inizio, manifestavano incertezze sulla scelta della vacanza nel nostro Paese, ma alla fine è prevalsa la fiducia. E sono arrivati insieme agli italiani». A proposito di italiani, molti hanno scelto di trascorrere una porzione della loro estate al Sarathei: «L’incremento è stato del 25 per cento, mentre dall’estero la flessione è del 7 per cento. Dimezzati gli arrivi dai Paesi Bassi, abbiamo registrato qualche assenza pure da Belgio e Francia».
Priorità alla sicurezza: «Rispetto alla capacità ricettiva, abbiamo preferito tenere delle aree chiuse, così da permettere ai clienti di sentirsi più sereni. Ed evitare lunghe code per docce e toilette. Tutto ciò è stato apprezzato, anche se i posti in campeggio e al ristorante sono inevitabilmente meno e, purtroppo, si esauriscono presto». Soddisfare ogni richiesta è impensabile: «In ogni caso, il meteo ci ha dato una mano. Siamo riusciti a lavorare. E bene».
Ma ora si è aggiunto un problema di non poco conto: «Il lago ha iniziato ad “abbandonarci” – conclude Marina Antoniazzi – abbassandosi giorno dopo giorno. E questo provoca delle disdette nelle prenotazioni già effettuate. Siamo un po’ preoccupati per settembre. I costi fissi e del personale non cambiano. E i mesi precedentemente persi non si recuperano».