La Serra di Frontin: ospitalità e cultura sono di casa
«Con la cultura non si mangia», recita un vecchio e stolto adagio. E invece, nel caso di Chiara Alpago Novello, non solo si mangia, ma si dorme pure. Filosofia spiccia? No, realtà: la realtà della Serra – Vivaio Dolomiti: molto più che un bed and breakfast. Molto più che una struttura ricettiva: «Questa è una casa – spiega la titolare -. E a casa voglio che si sentano anche i miei ospiti. Li tratto come se fossero amici di famiglia».
La struttura è inserita in un piccolo e meraviglioso borgo di campagna: «Tutto ruota attorno alla villa di origine settecentesca, dove abitava la mia famiglia. E qui, dopo molti anni trascorsi a Milano, ho deciso di tornare per offrire qualcosa di nuovo». Ovvero, un luogo di ospitalità e cultura: «Alla Serra coltiviamo pure i libri. E, a metà agosto, abbiamo promosso un ritiro letterario con Gian Luca Favetto: il primo dopo l’emergenza sanitaria». Da venerdì sera a domenica mattina: letture, storie, racconti e confronti, nobilitati da piatti (e da colazioni) con prodotti rigorosamente del territorio. «Sì, l’esperimento è riuscito. E ora c’è l’intenzione di promuovere una serie di appuntamenti, grazie alla collaborazione del Comune di Borgo Valbelluna».
La Serra è conosciuta al di fuori dei confini nazionali: «Sia chiaro, lavoriamo con numeri ristretti. Ma ci raggiungono pure dall’estero. Tanto è vero che è appena stata qui una coppia di francesi. E una di americani. Il rispetto delle normative anti-Covid è totale: gli spazi sono piuttosto ampi ed è facile tenere le distanze». Sul prezzo, la padrona di casa va controcorrente: «Lo dico subito, mi considero un po’ cara. È una scelta, perché il trattamento che riservo agli ospiti vorrei fosse lo stesso che riservano a me».
Insomma, si punta sull’eccellenza: «La proposta di accompagnare l’ospitalità ai libri? Piace, anche ai bellunesi. E per me non è un peso. Anzi, non lo considero nemmeno un lavoro: è solo la normale prosecuzione dei miei interessi».