Fondo Welfare Dolomiti: dal sostegno economico a quello psicologico
Abbinare la parola “welfare” a “Dolomiti” significa aprire un fondo. Anzi, un mondo.
Tutto è nato nell’ottobre 2018, a due settimane dalla devastazione della tempesta Vaia. Con un territorio ridotto in ginocchio, Provincia, sindacati, diocesi e altre realtà hanno deciso di dare vita al “Fondo welfare e identità territoriale”. Gli scopi? Contrastare lo spopolamento, affrontare i disagi sociali ed economici della collettività, aiutare le famiglie.
Ma, nell’epoca del Coronavirus, il fondo si è arricchito di una nuova sfumatura, andando ad abbracciare un progetto di sostegno psicologico. Coordinato dalla psicologia ospedaliera dell’Ulss 1 Dolomiti, il sostegno si svilupperà 7 giorni su 7, grazie a un punto di ascolto specializzato per le persone in quarantena. Non manca poi la consulenza rivolta agli operatori sanitari che operano nei reparti Covid, oltre all’appoggio alla collettività attraverso materiale informativo. E un occhio di riguardo è dedicato ai bambini: «In questo momento – afferma la presidente del Fondo, Francesca De Biasi – serve un supporto in grado di fornire rassicurazioni e sicurezza. Passata l’emergenza, invece, dovremo affrontare gli aspetti socio-economici».
Si ragiona in prospettiva. Si ragiona di comunità.
Ed è così che il “welfare” si riempie dei suoi significati più concreti e profondi.