Dal Mediterraneo alle montagne: la qualità dello zafferano è anche dolomitica
Lo zafferano è una spezia affascinante e fragrante, coltivata in Asia minore, in varie zone del Mediterraneo. E ora anche fra le montagne bellunesi. Tanto è vero che una cinquantina di produttori locali ha deciso di unirsi in un’associazione. E sotto il marchio registrato “Zafferano Dolomiti”. In provincia, la spezia ha preso sempre più campo. E sempre più campi (da coltivare). Nonostante il Covid abbia complicato e non poco il quadro: «Il contraccolpo lo abbiamo sentito – afferma uno dei principali produttori, Francesco Dal Poz -. Un po’ perché, a lungo, non è stato possibile avvicinarsi alle persone. E noi lavoriamo molto attraverso il contatto diretto. Un po’ perché a chiederci di rallentare sono stati i rivenditori. I quali, durante la pandemia, badavano soprattutto all’essenziale. In una fase in cui mancavano farina e lievito, la spezia non era di sicuro in cima alla lista delle priorità».
Dal Feltrino all’Alpago, lo zafferano è una presenza fissa: «Stiamo cercando di sganciarlo dal classico binomio col risotto. Non a caso, è richiesto pure dagli artigiani del gelato. E il gusto specifico, in cono o coppetta, ha ormai varcato le Alpi. Senza considerare le pasticcerie: La Briciola di Santa Giustina, per esempio, ha ideato e realizzato uno speciale cioccolatino, peraltro apprezzatissimo». Torte, marmellate, perfino gli yogurt: moltissime prelibatezze ora profumano grazie a questa delicata spezia. «Il futuro può essere roseo – conclude Dal Poz – soltanto se assicuriamo una certa quota di prodotto. E la mettiamo a disposizione del consumatore privato e del rivenditore. Dobbiamo far sì che il marchio sia visibile e riconoscibile».
Cala l’emergenza sanitaria, cresce la produzione: anche sulle Dolomiti, lo zafferano ha conquistato tutti.