Barchesse e fienili in una cornice di rose: dal borgo contadino alla Fattoria dei fiori

Due case, il fienile, una vecchia barchessa. E attorno il verde, arricchito da rose, frutteti e fiori di ogni tipo, in un’alternanza di colori e profumi. No, non è lo scenario dei sogni, il panorama idilliaco dipinto da un artista particolarmente ispirato o poetico. È il contesto in cui sorge la Fattoria dei fiori, in località Campaz, a Sospirolo. Dove il turismo ha una sola velocità: lenta. Volutamente e meravigliosamente lenta: «Questo luogo – spiega la titolare, Marianna Carazzai – è pensato per consentire alle persone di godersi il relax, la pace, la tranquillità. E in mezzo alla natura».

La gestione è familiare: «Con me, ci sono anche i miei genitori. Seguiamo un’apertura stagionale. E, in questa estate così particolare, i nostri programmi sono stati modificati dal virus». Già, perché quella dei fiori non è solo una fattoria: è azienda agricola, agriturismo. E struttura ricettiva. Anche se sono aperte tre camere su sei: «Abbiamo deciso di partire con calma, di essere cauti. È scoppiata una pandemia? E allora tanto vale prenderla con filosofia e assecondare il corso degli eventi. Così si è scelto di aprire solo una parte della struttura».

Poca pubblicità, tanto passaparola: «Non siamo nemmeno su Booking o su altre piattaforme simili. In generale, questo posto è conosciuto poco o per nulla. Ma chiunque, quando lo visita, rimane piacevolmente sorpreso: anche perché siamo a due passi dal lago del Mis».

Tutto è partito una decina d’anni fa: «Da un progetto di famiglia. Mi piaceva l’idea di ricreare un piccolo borgo contadino, rispettando l’architettura di una volta». E il risultato è sublime: «Sono molto ottimista – conclude la titolare – perché il turismo sostenibile, e legato al cicloturismo, è il futuro. Ora c’è grande cautela, ma presto la gente riprenderà a viaggiare». E a scoprire quel borgo contadino diventato una fattoria. Dei fiori.