Il potenziale nascosto nei territori rurali: il cammino verso la crescita attraverso la nascita di nuove imprese

Quando pensiamo al futuro economico di un territorio, spesso la mente corre alle luci sfavillanti delle metropoli, ai grattacieli imponenti e al ritmo frenetico delle grandi città. Tuttavia, c’è un mondo diverso, fatto di vallate mozzafiato, comunità affiatate e una connessione profonda con l’ambiente e con natura. Ebbene sì, il futuro dei territori rurali non solo esiste, ma è anche incredibilmente promettente, e la chiave per sbloccare il loro potenziale giace anche nell’avvio di nuove imprese. C’è di più, queste imprese non solo hanno la possibilità di insediarsi in un luogo invidiabile dal punto di vista del benessere e della qualità della vita ma assumono un ruolo primario di presidio del territorio e offrono avranno la possibilità di offrire una tavola imbandita di opportunità lavorative per la popolazione locale presente e futura.

I territori rurali, così come il territorio del GAL Prealpi e Dolomiti, sono un patrimonio inestimabile, custodito dalla natura e dalle tradizioni secolari e in tutto ciò, le imprese e le nuove imprese giocano un ruolo fondamentale nel preservare e valorizzare questo tesoro.

La sfida dell’emigrazione giovanile e l’avvio di nuove imprese

Una delle sfide principali nelle zone rurali è certamente la fuga dei giovani fuori dai confini provinciali in cerca di un’occupazione coerente con i propri desideri e con le proprie competenze.

Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020 il territorio ha subito una perdita di 160 imprese giovanili, ovvero una diminuzione del 16,6%. Questa cifra si posiziona al di sopra della media provinciale, che ammonta al 12,9%. Inoltre, è rilevante notare che il tessuto economico della zona presenta un tasso di imprenditorialità relativamente contenuto, con solamente 7 imprese ogni 100 abitanti. Questo valore risulta inferiore sia rispetto alla media provinciale, pari a 7,6, che a quella regionale, attestata al 9,9.

Inoltre, gli ultimi dati Istat hanno rivelato la classifica delle Province dalle quali “si scappa di più”. Al quinto posto, stando ai numeri raccolti al 1° gennaio 2023, si piazza la provincia Belluno, primo territorio del nord del Paese in assoluto in graduatoria, che conta ben 16.187 giovani iscritti all’Aire, con una media di 313 residenti con età inferiore o pari a 30 anni ogni 1.000 abitanti. Un dato che dovrebbe essere correttamente interpretato tenendo conto dei giovani nati e residenti all’estero, ma al quale si somma un considerevole numero di giovani che si ferma a lavorare fuori dai confini provinciali al termine degli studi universitari. Oltre a questi numeri, secondo un questionario online somministrato dal Fondo Welfare Dolomiti a 1500 giovani bellunesi, circa il 52% dei rispondenti, tra dieci anni si immagina fuori provincia.

Segnale preoccupante se a questo si aggiunge che l’intero territorio fa segnare un calo nel numero di imprese artigiane: -3557 in Veneto, -2,8% la media regionale. In provincia di Belluno sono 4617, -152 rispetto all’anno scorso, -3,2% in percentuale; un dato negativo, che se però viene confrontato con quello diffuso a maggio (4595 imprese artigiane attive, -174 unità rispetto al 2019 pari al -3,6%) mostra come negli ultimi quattro mesi ci sia stata una leggera inversione di tendenza con l’apertura di 22 nuove imprese e un aumento dello 0,9% delle imprese giovanili attive nel settore dei servizi alla persona.

 

Nuove imprese nelle zone rurali: la chiave per la resilienza, l’innovazione e la coesione comunitaria

L’avvio di nuove imprese non rappresenta l’unico rimedio ma contribuisce indubbiamente alla creazione di un tessuto economico locale più forte, offrendo opportunità di lavoro e di crescita professionale senza la necessità di abbandonare la propria comunità. Questo non solo favorisce la stabilità delle famiglie e della popolazione residente in questi territori, ma contribuisce anche a mantenere attivi i servizi pubblici locali, dalla scuola al negozio di quartiere.

In questo panorama, la diversificazione economica rappresenta una chiave per la resilienza. Molte località dipendono da un settore principale, ma questa dipendenza le rende vulnerabili alle fluttuazioni economiche e sociali. Le nuove imprese possono pertanto introdurre una varietà di attività economiche, creando una rete di settori interconnessi che proteggono i territori dagli eventi di crisi e ampliano l’offerta di opportunità occupazionali sul territorio.

Oltre a ciò, talvolta la nuova impresa porta con sé una ventata di innovazione che aumenta la competitività dell’ecosistema imprenditoriale locale, spingendo verso un futuro delle zone rurali ancor più brillante.

Infine, le nuove imprese hanno una tendenza a rafforzare il senso di comunità e di identità locale: ogni impresa porta con sé una storia, un’ambizione e un legame con il territorio. Questo senso di appartenenza alimenta una cultura imprenditoriale unica e crea una comunità più coesa.

 

Nuove imprese per una comunità resiliente

Nel prossimo Programma di Sviluppo Locale 23-27 (PSL), il GAL Prealpi e Dolomiti metterà a disposizione un sostegno fondamentale per agevolare l’avvio di nuove imprese nel territorio. Questo supporto si tradurrà in un sostegno di 12.000 € a coloro che desiderano avviare una nuova impresa nel nostro territorio. Un importo forfettario che potrà contribuire a coprire alcuni costi di start-up, rendendo più accessibile l’entrata nel mondo imprenditoriale. Grazie a queste risorse, gli aspiranti imprenditori potranno affrontare con maggiore sicurezza e determinazione le spese iniziali legate alla creazione di un’azienda, come ad esempio quelle per la stipula delle pratiche di avvio, l’acquisizione di attrezzature, la formazione del personale o la promozione dell’attività. Questo impegno del GAL non solo favorirà la creazione di nuove imprese, ma contribuirà anche a stimolare l’innovazione e la diversificazione economica nella comunità locale, promuovendo lo sviluppo sostenibile e la crescita del territorio.

 

Il futuro del nostro territorio brilla di potenziale, e le nuove imprese rappresentano un’opportunità per sbloccarlo. Non si tratta solo di creare occupazione o di sostenibilità economica, ma anche di preservare la bellezza naturale, la cultura e la vitalità delle nostre comunità. È un futuro che merita di essere coltivato con passione e dedizione, un futuro in cui le radici nella terra si intrecciano con le ali dell’imprenditorialità.

Ecco perché, senza dubbio, il futuro dei nostri territori passa anche attraverso il mondo delle nuove imprese.

 

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