Goccia dopo goccia, donna dopo donna: nasce l’Onda Rosa

«Onda Rosa siamo noi. Ma siamo anche tutti voi». Vero. Anzi, verissimo. Perché il tumore alla mammella è un problema che non coinvolge solo le donne colpite da questa diagnosi. Coinvolge chiunque: un’intera società, fatta di mamme e papà, mogli e mariti, figlie e figli. Persone.

Quella stessa società è chiamata a intrecciare i fili della solidarietà, a far sentire meno sole le donne, a colmare gli inevitabili vuoti – non solo fisici, ma psicologici ed emotivi – lungo il percorso della malattia.

Proprio su questi presupposti è sbocciata l’associazione Onda Rosa: la base è in Alpago, ma il profilo è di carattere provinciale. La “mamma” di questa nuova realtà? Una mamma, per l’appunto. E una professionista di spessore, anche umano, come l’oncologa Caterina Fontanella: «Siamo nati con lo scopo di creare una rete di supporto per le pazienti che ricevono una diagnosi di tumore. In questo senso, un gruppo di persone mette a disposizione tempo, passione e professionalità per costruire un rifugio accogliente a coloro che ne avessero bisogno».

Otto le socie fondatrici, già 150 le adesioni: «Uno dei principali obiettivi è quello di offrire informazione gratuita, e su larga scala, per permettere a tutti di sapere come agire in caso di dubbi o di comprovata diagnosi». Non a caso, ogni settimana le pagine social dell’associazione ospitano una serie di post mirati all’interno della rubrica “Mercoledì formativo”.

E il territorio? Ha già risposto presente. Attraverso iniziative, come un ciclo di incontri su temi legati alla salute o la “Passeggiata al chiaro di luna”, in compagnia della luna blu più grande dell’anno e delle specialità dell’agrichef Marco Vuerich. Ma anche con originalità: basti pensare alla pizza Pink, ideata dalla pizzeria El Gringo di Calalzo, e al panino personalizzato della Baita di Mussoi, la cui vendita contribuirà ad alimentare l’Onda Rosa. Che cresce, dolcemente impetuosa. Goccia dopo goccia.