Dalla mela all’albergo diffuso: “Pom Prussian”, l’oro di Faller

Ha un colore rosso con striature gialle, pezzatura medio-elevata, è molto croccante, ricca di proteine e ha pochi zuccheri. Il retrogusto acidulo, inoltre, la rende fresca e frizzante. E diventa addirittura imbattibile se accompagnata allo strudel e ai dolci in generale. Inutile girarci troppo attorno, stiamo parlando di una mela unica nel suo genere: le mela prussiana. O, più precisamente, il Pom Prussian, coltivato a Faller di Sovramonte. Un’eccellenza della provincia. E, per questo, da salvaguardare: come? Attraverso un Consorzio, finalizzato alla tutela del frutto: «Secondo l’Università di Padova – è il commento di Guido Trento dell’Albergo diffuso Faller – dopo varie analisi e confronti con altre mele, la “prussiana” è una delle più ricche in assoluto di vitamina C e proprietà antiossidanti. In altri termini, è buona e fa pure bene alla salute». Cento per cento naturale, il frutto segue l’arte del biologico: «Possiamo contare su qualche migliaio di nuove piante, mentre 817 sono gli alberi censiti, e ultracentenari, che ci permettono di promuovere la grande produzione. Proprio a livello produttivo, la stima per quest’anno è di circa mille quintali». Dalla mela al turismo il passo è breve: «Grazie al frutto è nato l’Albergo diffuso, caratterizzato da gruppi di residenze sparse nel borgo. E così è ripartita pure l’economia». Il Covid non ha intaccato il Pom Prussian: «Non abbiamo potuto organizzare la nostra tradizionale festa, ma nel complesso non abbiamo risentito del momento».

Una delle annate migliori? Il 2018, quando la tempesta Vaia si è abbattuta sulla provincia: «Siamo rimasti fermi per un po’ con la vendita. E le mele, conservate più a lungo, si sono dimostrate ancor più gustose. Perché questo è un frutto che richiede pazienza». Ma la gente di montagna ne ha in gran quantità: «La nostra sfida è distinguersi dalla massa. Far conoscere il territorio. Abitare la montagna. La nostra sfida è avere la vera mela biologica. E un futuro».