Il nostro centro EUROPE DIRECT ha avuto l’onore di conoscere Piero Savaris, un giovane bellunese che è stato protagonista di uno dei panel della Conferenza sul Futuro dell’Europa. Questo significativo strumento di democrazia attiva ha offerto ai cittadini europei un’occasione unica per ragionare sulle sfide e le priorità dell’Europa. Conosciamo insieme l’esperienza di Piero, leggi la nostra intervista!
Piero, come hai conosciuto il nostro centro ED?
Un amico mi ha parlato di Europe Direct Montagna, quindi sono andato a visitare le vostre pagine social e vi ho contattato.
Come sei riuscito a partecipare alla Conferenza sul Futuro dell’Europa?
Sono stato selezionato in maniera casuale. Un giorno ho risposto al telefono e mi hanno proposto di fare parte di un progetto di democrazia partecipativa al Parlamento Europeo. Nonostante lo scetticismo iniziale ho subito accettato. Dopo circa 3 mesi in cui ho seriamente pensato fosse uno scherzo sono stato ricontattato e mi sono stati spiegati tutti i dettagli.
Raccontaci di te, da dove vieni e che percorso di studio hai fatto/stai facendo?
Mi chiamo Piero Savaris, ho 28 anni e sono di Belluno. Mi sono diplomato al liceo scientifico G. Galilei di Belluno per poi trasferirmi a Londra dove ho vissuto per circa due anni. L’esperienza inglese è stata fondamentale perché mi ha permesso di perfezionare il mio Inglese ed è stata importante anche perché mi sono ritrovato a vivere da solo in un paese straniero. Non è stato sempre facile, ma è stato bellissimo. Tornato da Londra sono andato a vivere e studiare a Trieste dove ho conseguito una laurea in lingue e letterature straniere, specializzandomi in Inglese e Francese. Nel corso dei 3 anni di corso ho avuto la fortuna di studiare 10 mesi a Montpellier con il progetto Erasmus. Successivamente mi sono trasferito a Roma per studiare ” Tourism strategy, cultural heritage and made in Italy”. La laurea magistrale è stata molto utile perché mi ha permesso di ampliare il mio orizzonte e avere punti di vista differenti sullo sviluppo turistico di una località. Nel tempo libero sono un grande amante di sport e in particolare di sport all’aria aperta, se in montagna ancora meglio. Gioco a calcio, vado molto in mountain bike, arrampico, pratico il trekking e in inverno scio.
In base alla tua esperienza personale, come valuti da cittadino europeo l’esperienza di partecipazione alla Conferenza sul Futuro dell’Europa?
Dal punto di vista personale è stato un percorso estremamente formativo, sicuramente impegnativo, a tratti anche molto stressante, ma che mi ha permesso di crescere e togliermi delle soddisfazioni. All’inizio di questa esperienza noi cittadini con background ed età differenti ci siamo trovati catapultati in un ambiente molto più grande di noi e ci siamo sentiti un po’ spaesati e spesso sopraffatti dall’emozione. Andando avanti con il lavoro abbiamo acquisito sempre più consapevolezza sulle dinamiche della politica europea, su quanto potevamo essere incisivi e si è visto crescere un grande senso di responsabilità e determinazione nell’onorare il ruolo che stavamo ricoprendo. Questa determinazione e senso di responsabilità ci ha permesso di presentare il 9 maggio 2022 alle 3 istituzioni europee, 48 proposte di legge nate dai Panel dei cittadini.
A quale panel appartenevi? A quanti incontri hai partecipato e com’erano strutturati questi momenti di partecipazione?
La Conferenza sul futuro dell’Europa è il primo esperimento di democrazia partecipativa fatto dall’Unione Europea. Sono stati selezionati in maniera casuale 800 cittadini da tutti i 27 stati membri, e sono stati creati 4 Panel di lavoro, ovvero 4 tavoli di lavoro, ciascuno da 200 persone. Ogni Panel trattava una tematica differente che poteva essere economia, democrazia europea, cambiamento climatico ecc. Io ho partecipato al primo Panel che si occupava di “Giustizia sociale, economia, cultura, istruzione e digitalizzazione” e dopo il primo incontro a Strasburgo sono stato selezionato come uno degli ambasciatori che avrebbero difeso le idee dei cittadini nei gruppi di lavoro con politici e parti sociali. Visto il grande numero di argomenti trattati dal Panel di lavoro, siamo stati divisi in sottogruppi e ho quasi sempre lavorato alle proposte di legge legate all’ istruzione, cultura, gioventù e sport. La Conferenza aveva come sede il Parlamento Europeo a Strasburgo, ma siamo andati anche un paio di volte a Bruxelles, a Dublino e ci sono state delle sessioni online. Il lavoro si svolgeva principalmente in due momenti, per prima cosa ci si divideva nei propri sottogruppi, dove si ascoltavano interventi degli esperti, ci si confrontava, avvenivano i dibattiti e si provava a dare una forma alla proposta. Successivamente ci si ritrovava nelle riunioni plenarie dove il presidente del gruppo di lavoro e un portavoce dei cittadini, presentavano all’assemblea quanto prodotto precedentemente.
Se dovessi riassumere in una parola la tua esperienza personale durante tutto il percorso CoFoE, quale sarebbe e perché?
Confronto/Diversità. Perché lavorando a stretto contatto con persone provenienti da tutti i 27 Paesi, ci siamo tutti resi conto come nelle diversità ci si arricchisca sempre e che questa è la grande forza dell’Unione Europea.
Hai partecipato all’evento di feedback-up del 2 dicembre? Quali sono stati i momenti salienti di questo evento conclusivo?
Per l’evento del due dicembre è stata fatta una riunione plenaria a Bruxelles in cui rappresentanti di Consiglio, Commissione e Parlamento dovevano presentarci le news riguardanti le 48 proposte di legge presentate il 9 Maggio. Onestamente ero abbastanza informato sull’andamento dei lavori e quindi non avevo aspettative molto alte. Sono comunque riusciti a deluderle perché ci sono state molte promesse e pochi risultati concreti.
Conferenza sul Futuro dell’Europa: qual è stato il tuo follow-up personale e soprattutto rifaresti questa esperienza?
Certamente rifarei questa esperienza e spero anzi che tante persone possano essere coinvolte in progetti di democrazia partecipativa. Per quanto riguarda il mio follow up personale, non so dirvi al momento cosa mi riservi la vita.